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LEONARDO DA VINCI.
xxi

ing the river Arno into the canal at Pisa[1]. Of his skill in poetry the reader may judge from the following sonnet preserved by Lomazzo[2], the only one now existing of his composition; and for the translation with which it is accompanied we are indebted to a lady.

SONNETTO MORALE.

Chi non può quel vuol, quel che può voglia,
Che quel che non si può folle è volere.
Adunque saggio è l’uomo da tenere,
Che da quel che non può suo voler toglia.

Però ch’ogni diletto nostro e doglia
Sta in sì e nò, saper, voler, potere,
Adunque quel sol può, che co ’l dovere
Ne trahe la ragion suor di sua soglia.

Ne sempre è da voler quel che l’uom puote,
Spesso par dolce quel che torna amaro,
Piansi gia quel ch’io volsi, poi ch’io l’ebbi.

Adunque tu, lettor di queste note,
S’a te vuoi esser buono e a ’gli altri caro,
Vogli sempre poter quel che tu debbi.


  1. Vasari, 22 and 23.
  2. Lomazzo, Trattato della Pittura, p. 282.
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TRANSLA-